martedì 22 ottobre 2013

Legambiente interviene sul progetto di Marinella


Abbiamo atteso per intervenire sullo stimolo effettuato da Roberto Mazza, Portavoce del Movimento Stop al Consumo di Territorio, circa i destini di Marinella ora, che il Progetto prospettato dal Masterplan 2007 sembra sempre più allontanarsi. Era necessario ponderare su di una situazione affatto semplice, anche se per ragioni eminentemente politiche, visto che il buon senso, a nostro parere, indica al contrario delle strade affatto difficili da seguire.
Il Masterplan 2007 si fonda tutto su di una grossa colata di cemento in zona Ameglia, di cui il Parco Campagna e il recupero dell’area Sarzanese sono solo un bello spot, visto che non sono interventi economicamente comparabili con la speranza di profitto che ruoterebbe intorno alla nautica.
Ora al di là della non opportunità e non percorribilità ecologica del “buco” in mezzo alla piana con decine di migliaia di m3 di cemento attorno, è proprio la prospettiva nautica ad essere cambiata rispetto al 2007. Ci si accorge che una simile megastruttura non è conveniente in un sito come la riva del Magra, ormai nettamente sorpassata da altre location nautiche come i porticcioli sofisticati negli arcipelaghi Dalmati, sicuramente più economici e più glamour della foce di un fiume soggetta a piene spesso disastrose, e  soffocata da due centri abitati che non sono certo appetibili per il tipo di clientela che avrebbe dovuto occupare la darsena della Marina di Fiumaretta. Oltretutto, particolare non trascurabile, nei paesi dell’Est gli stessi servizi sono enormemente più economici.
Ecco quindi che il Progetto perde il suo senso primordiale, quello speculativo, e perciò mostra i limiti che noi abbiamo sempre denunciato: la mancanza di una valorizzazione degli aspetti Paesaggistici, Storici e agricoli della Piana e dei manufatti testimoniali che la popolano, ultima grande piana agricola della Liguria. La verità è che nessuno vuole impedire un progetto per la riqualificazione e rilancio della Piana di Marinella, ma questo non può prescindere dal rispetto della dimensione storico culturale e dell’assetto ambientale della piana stessa, e quindi dai valori suddetti. Il Progetto Marinella del 2007 snaturava tutto ciò, e quindi alla fine avrebbe forse creato un profitto per qualcuno, ma avrebbe impoverito tutto il resto.
Urge quindi pensare un nuovo Progetto Marinella, che non abbia le caratteristiche del precedente, e che perciò non può partire dalla proprietà, pur necessariamente coinvolgendola, ma deve partire dal raccordo tra le Amministrazioni Pubbliche e la società civile.
A nostro parere dovrebbe essere un Progetto con due caratteristiche fondamentali: variazione e rilancio della Attività Agricola da un lato e restauro e riutilizzo del Borgo e dei numerosi casali per la creazione di un grosso circuito agrituristico; d'altronde che l’Agricoltura oggi possa camminare in molti casi, e questo è uno di quelli, solo con la seconda gamba dell’agriturismo è ormai assodato; in parallelo si dovrebbe anche razionalizzare e riqualificare l’attività balneare.
Secondo noi è fondamentale l’unitarietà del progetto, anche se riconosciamo che bisognerebbe per certi versi tornare alla differenziazione produttiva della vecchia mezzadria. A ciò si potrebbe ovviare consorziando la proprietà con una serie di soggetti (singoli, Cooperative di giovani, Associazioni) in grado di operare come avrebbero operato i vecchi mezzadri , ma con un obiettivo comune. Questo anziché frazionare la proprietà, che condurrebbe più facilmente a manovre speculative edilizie che non al rilancio agricolo. L’attuale momento di crisi economica globale e di crisi societaria di una parte dei soci di Marinella SpA è il momento buono: chi ha il dovere della regia, cioè la Pubblica Amministrazione, non può farselo scappare.

Il Presidente di Legambiente Val di Magra Alessandro Poletti
Il Vicepresidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti 

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