MASSA- Al Teatro Guglielmi di Massa è andato in scena "Rosencrantz e Guildenstern sono morti", il capolavoro di Tom Stoppard che ribalta i destini minori dell’Amleto di Shakespeare, trasformandoli in protagonisti di un irresistibile gioco di specchi tra teatro, filosofia e assurdo.
Sul palco, Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli danno vita a una coppia memorabile: due clown/avventurieri sospesi tra l’ironia e la vertigine del non-senso, capaci di alternare momenti di puro divertimento a passaggi di profonda malinconia. La loro intesa è palpabile, costruita su tempi comici perfetti e su un dialogo che scorre naturale, intelligente, sempre vivo.
Accanto a loro, Paolo Sassanelli è un magnifico capocomico, interprete ideale per guidare con ironia, carisma e allegria la compagnia di attori erranti che attraversa la scena. La sua presenza aggiunge ritmo e leggerezza a uno spettacolo che non smette mai di sorprendere, mescolando riflessione e comicità, filosofia e gioco teatrale.
A completare il cast, i giovani Andrea Pannofino e Chiara Mascalzoni, entrambi bravissimi: precisi, intensi, con tempi recitativi ottimi e una pulizia espressiva rara. La loro presenza conferisce freschezza e naturalezza allo spettacolo, rendendo ancora più vivo il gioco di rimandi tra realtà e finzione.
La regia di Alberto Rizzi, attenta e dinamica, riesce a valorizzare ogni sfumatura del testo di Stoppard: la scena si trasforma in uno spazio sospeso, dove il caso, il destino e l’identità si rincorrono in un continuo scambio di ruoli e prospettive. A rendere ancora più efficace questa dimensione sospesa contribuisce la scenografia, semplice ma onirica, fatta di pochi elementi evocativi che diventano di volta in volta confine, soglia o abisso. Un luogo dell’anima più che un ambiente realistico, che amplifica la sensazione di smarrimento e di gioco meta-teatrale.
Di grande impatto anche la musica, che accompagna e sostiene il ritmo drammaturgico con eleganza e sensibilità, evocando atmosfere sospese tra il sogno e la riflessione, e sottolineando con misura le sfumature emotive dei personaggi.
Applausi lunghi e convinti per uno spettacolo divertente ma anche profondamente umano, capace di far ridere e pensare, di parlare con leggerezza del mistero più grande: la vita e la morte come due facce dello stesso teatro.
Ancora una volta, il Teatro Guglielmi di Massa conferma la sua vocazione alla qualità e alla varietà: un cartellone sempre interessante, aperto a pubblici diversi e a linguaggi teatrali molteplici, capace di unire il grande nome e la ricerca, la tradizione e la modernità.
Rosencrantz e Guildenstern sono morti è, in definitiva, uno di quegli spettacoli che restano nella memoria: brillante, intelligente, poetico. Un piccolo gioiello di equilibrio tra ironia e pensiero.
E in un tempo in cui spesso ci si dimentica di interrogarsi sul senso delle cose, questo spettacolo ci ricorda — con un sorriso e una stretta al cuore — che l’esistenza resta un grande palcoscenico dove ognuno, consapevolmente o meno, recita la propria parte.



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