LA SPEZIA- Si è conclusa con successo e grande affluenza di pubblico la nona edizione del La Spezia Film Festival, diretto dalla regista Paola Settimini e dallo sceneggiatore Paolo Logli.
La giuria, presieduta dal regista Lamberto Bava e dal professore Roberto Danese, è composta da Giordano Giannini (critico cinematografico), Stefania Martinico (pittrice e scenografa), Ilaria Monfardini (attrice), Barbara Rossi (critica cinematografica), Gilberto Tortora (fondatore de "I Cinenauti").
Il festival si è aperto con la prima del film "Cose Nere", fuori concorso, del regista spezzino Francesco Tassara, un giallo dalle sfumature horror interamente girato nel golfo.
Nei giorni successivi sono stati proiettati i cortometraggi e i lungometraggi finalisti partecipanti al concorso, mentre la sera del 28 è andato in scena "Polvere di Stelle", uno spettacolo che tocca le tappe fondamentali del Cinema, con Elisabetta Dini e la regia multimediale di Ines Cattabriga.
La giuria ha assegnato il premio miglior corto a "La soglia", di Nicolò Tonani, Simone Colombo e Sofia Gasparetti, prodotto dalla Scuola Civica Luchino Visconti. Due premi a "Turisti" di Adriano, per la miglior sceneggiatura e il miglior attore protagonista. A "Pioggia poco prima dell'estate" di Costantino Maiani è andato il premio per la miglior attrice, mentre per la miglior fotografia è risultata vincitrice Ines Cattabriga con il cortometraggio "Comites in amore benigni", mentre "Ka Mun Lee, the Huntress" di Ugo Puglisi si è aggiudicato il miglior montaggio. Premio della giuria al documusical "In principio era il canto", diretto da Flavio Pagano e con protagonista la iconica Katia Ricciarelli. Menzione speciale ad Alessio Marocco, giovane regista romano, per la sua opera prima "Il mostro nella stanza".
Tre premi per i lungometraggi in concorso: miglior film e miglior attrice al film "Feralia" di Davide Candela e miglior attore al Gianluca Magni per il film "L'uomo che disse no" di Mirco Alivernini. I premi sono stati realizzati dall'artista Stefania Martinico, che come ogni anno ha creato pezzi unici e preziosi.
Ospite d'onore di questa ricca edizione è stato l'importante regista greco Dimitris Makris, cui è stato conferito il Premio alla Carriera. Classe 1937, Makris, dopo aver studiato cinematografia a Roma, si trasferisce a Milano. È l'epoca di Carosello, la mitica trasmissione seguita ogni sera da milioni di italiani. Makris si distingue per le sue sensibilità e vena creativa e ne gira a centinaia, lavorando con stelle del Cinema e del Teatro. A questa attività affianca una lunga carriera di documentari e lungometraggi. Ad esempio "Qui Politecnico" (1974), sulla situazione in Grecia durante la dittatura dei colonnelli e il documentario sulla tragedia dell'Icmesa di Seveso (1975). Tornato in patria sarà uno dei protagonisti del cinema greco, insieme ad altri registi dell'avanguardia.