LA SPEZIA- Siamo stati contattati da un dipendente dell’Agenzia delle Dogane della Spezia, che ci ha voluto raccontare un episodio accaduto sul posto di lavoro. Una persona che lavora lì, vaccinata, è risultata recentemente positiva al Covid e un intero piano della struttura è stato messo in quarantena e sta lavorando da casa.
Fin qui nulla di strano, si penserebbe… è la prassi.
“La cosa però” ci racconta la persona che ci ha contattati “è passata sotto silenzio, quasi come se non si dovesse dire. Se ad ammalarsi fosse stato un non vaccinato, sarebbe successo il finimondo, probabilmente saremmo anche finiti sui giornali locali”. “Noi non vaccinati” continua “ci sottoponiamo al tampone ogni due giorni e ci trattano come untori e appestati. Tra di noi c’è gente che non si è vaccinata per problemi di salute e viene discriminata nonostante rispetti tutte le regole”.
Sappiamo, da persone che lavorano in altri ambiti, che succede così un po’ dappertutto.
“Si è creato un clima di odio” ci dicono da più parti, “che difficilmente svanirà con la fine dell’emergenza Covid. Alcuni vaccinati pensano di essere totalmente immuni e non rispettano le regole previste, ma il problema siamo noi…”.
Abbiamo rilevato una grande amarezza, nelle persone che ci hanno contattato, più che rabbia: alcune di loro hanno figli adolescenti, (a volte ancora alle prese con i postumi del Covid) e ai quali è stato sconsigliato, almeno al momento, il vaccino. Spesso i ragazzi sono messi sotto accusa a scuola, in classe e devono subire pressioni da insegnati e amici.
“Questo non va bene” ci dicono “vediamo rapporti amicali e familiari disgregarsi perché una persona non è vaccinata, quindi viene esclusa. E non abbiamo fiducia nel futuro, a cosa andremo incontro?”.
Abbiamo voluto ascoltare queste voci, perché quello che viene fuori dai grandi media è spesso in qualche modo distorto ed estremizzato. Siamo ovviamente a disposizione di chi volesse esprimere opinioni diverse, sempre nel rispetto reciproco.
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