Un
sempre maggior numero di studiosi mette in relazione il diffondersi
di epidemie come il coronavirus e quelle che l’hanno preceduto con
la devastazione dell’ambiente in cui viviamo, con l’inquinamento
e i cambiamenti climatici, frutto di un’economia senza regole che
penalizza l’ecosistema e l’uomo. Ebbene il presidente della
Regione Giovanni Toti, con grande cinismo, mentre l’emergenza in
Liguria non sembra passare, pensa al futuro boom economico e per
favorirlo propone la ricetta che fino a oggi ci ha portato al
disastro. La sua ricetta: “Per
ripartire serve libertà assoluta”, nessuna
autorizzazione per aprire negozi e imprese di ogni genere,
semplificazione massima di ogni contratto di lavoro, procedure
urbanistiche ridotte all’osso,
niente gare e appalti per opere pubbliche, ma assegnazioni dirette
...”.
E
infine la ciliegina: “Nessuna
possibilità di ricorsi al TAR”,
unica arma in mano ai cittadini per difendere il loro diritto alla
salute. Propone cioè di sacrificare al business un diritto
costituzionale nel silenzio generale della nostra politica.
Dimentica
Toti che le incrostazioni burocratiche sono frutto prima di tutto di
responsabilità del legislatore (oltre 500 modifiche del codice degli
appalti, decine di modifiche dei codici ambiente e del paesaggio).
Quindi responsabilità della politica perché in questo Paese ogni
governo vuol dare soddisfazione alle varie lobby finanziarie,
sacrificando la difesa dei diritti.
Toti
poi invoca un “credito gigantesco” per rimettere in moto il
sistema economico.
Noi
chiediamo di capovolgere il modello di economia che ci sta portando
al disastro ambientale e sanitario. Chiediamo di rilanciare lo
sviluppo economico partendo da ambiente e sanità, cioè dai beni
primari, di cui oggi, con le immagini choc dei carri pieni di bare,
comprendiamo l’importanza vitale.
Questa
volta i denari pubblici per rilanciare l’economia spendiamoli bene.
Cominciamo a investire nella sanità pubblica, penalizzata con tagli
a ogni crisi economica. Il Manifesto per la sanità locale, per voce
del suo referente Rino Tortorelli, ha lanciato una serie di proposte
che sottoscriviamo. Se ne inizi a discutere. Anche questi sono
investimenti che possono rilanciare l’economia presidente Toti.
Poi
auspichiamo un diverso utilizzo delle risorse. Si finanzino
innanzitutto investimenti che non danneggino l’ambiente, che
valorizzino la conversione ecologica dell’economia.
Oggi
mancano risorse pubbliche per far fronte alle lacune della ricerca
scientifica e della sanità e alla fame della popolazione italiana
più disagiata. Siano concentrate innanzitutto in questi settori.
Comitato
No Biodigestore, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune
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