LA SPEZIA- Questa mattina Cgil, Cisl e Uil, Fim, Fiom e Uilm hanno scritto una lettera al Prefetto della Spezia affinché non autorizzi proseguimento attività per Leonardo, MBDA ed indotto. Ecco il testo:
Spett.le Prefetto di La Spezia
Le scriviamo per portare alla sua attenzione la situazione legata ai siti produttivi Leonardo S.p.A. (ex OTO Melara), MBDA Italia S.p.A. sito di La Spezia e di tutto l’indotto ad essi collegato. Il decreto del Presidente del Consiglio firmato il 22 Marzo 2020, prevede che le industrie della difesa possano rimanere aperte, previa autorizzazione del Prefetto. Ci rivolgiamo a Lei per mettere in evidenza quanto la decisione di entrambi i siti di continuare la propria attività rappresenti una forzatura ed un fattore di alto rischio per il territorio.
Come organizzazioni sindacali riconosciamo alle aziende che le azioni messe in campo su indicazione del Ministero della Salute e in raccordo con le RSU interne, volte alla creazione di condizioni di sicurezza adeguate nei luoghi di lavoro, siano fino ad ora andate nella direzione giusta. Ciononostante vogliamo mettere in evidenza alcuni aspetti che, a nostro avviso, non giustificano affatto la decisione di non sospendere le attività. Entrambe le aziende, infatti, producono armi, strumenti di difesa che, nella specifica battaglia che il paese sta combattendo, non hanno un ruolo che possa essere definito essenziale. La mancata fermata delle attività su entrambi i siti, produrrà a catena la mancata chiusura di tutta la filiera delle aziende legate all’indotto. Tradotto in numeri, parliamo di centinaia di lavoratrici e lavoratori in movimento ogni giorno. Ciò in netto contrasto con il messaggio principe della lotta al Coronavirus “Io sto a Casa”.
Ultimo aspetto, ma non meno importante. Non possiamo ignorare le legittime preoccupazioni di tutte quelle Lavoratrici e Lavoratori che ogni giorno, bombardati dai continui messaggi pubblici del Governo e delle Istituzioni Sanitarie che dicono di stare a casa, saranno costretti ad uscire per recarsi al lavoro. Lavoratori, famiglie, che saranno esposti al rischio del contagio per mantenere in attività aziende il cui prodotto non rappresenta in questa fase, un bene di primaria necessità e/o strategico per il paese. Il momento che il paese sta attraversando è drammatico, i decreti di questi giorni ne danno ampia dimostrazione. La battaglia sarà ancora lunga e difficile. Tutti siamo chiamati a prove di grande responsabilità, tutti dobbiamo mettere al primo posto la salute e la sicurezza delle Lavoratrici e dei Lavoratori.
Per queste ragioni ci rivolgiamo a Lei signor Prefetto, affinché con il suo intervento si scongiurino ingiustificate forzature e situazioni di rischio inutili. Le chiediamo quindi di non autorizzare il proseguimento delle attività nei suddetti siti, nel rispetto della sospensione decretata fino al 3 Aprile 2020. La tutela e la salute dei Lavoratori vengono prima di tutto!”
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