LA SPEZIA- Siamo arrivati al sesto mese di insediamento della nuova presidenza dell’A.P. dopo le note vicende del porto e dell’inchiesta della Procura della Repubblica.
L’attuale presidente,contrariamente al precedente, ha fatto un giro di ascolto a 360 gradi ascoltando associazioni ambientaliste, cittadini legati al lavoro portuale e operatori portuali.
Per ciò che ci riguarda, negli incontri, abbiamo sollevato più volte il problema dell’impatto ambientale che il Porto ha sui quartieri ad esso limitrofi e sulla città tutta e tutto questo portando comprovanti (che sono state peraltro trasmesse al Ministero dell’ambiente) che dimostrano che, nei 10 anni trascorsi, non sono state rispettate le prescrizioni che avrebbero permesso di mitigare l’inquinamento acustico ed ambientale pur essendo le stesse parte integrante del P.R.P.e considerando che erano prioritarie a qualsiasi ampliamento o lavoro sulle banchine portuali.
Il richiamo al rispetto della legge del 2006 è viziata da una sordità totale e si privilegiano invece quelle scelte che vanno nella direzione di favorire gli operatori mentre si fa finta di nulla circa la realtà che è questa: Il porto di La Spezia è l’unico in Italia che movimenta container a soli 25/30 metri dalle case dei cittadini del levante.
Ed ecco che la nostra perplessità aumenta quando sentiamo che anche la nuova A.P parla di tombamenti del mare in una quantità drasticamente superiore (140.000 +35.000 di compensazioni previsti) scavalcando la legge urbanistica per chiedere di aumentare le banchine di mq 215.000 assumendo strani atteggiamenti mentre si dovrebbe contemplare la possibilità di riorganizzare il ciclo portuale e l’uso delle banchine, ambientalizzandole come previsto dalla nuova legge.
Noi naturalmente restiamo disponibili per un confronto serio con l’Autorità Portuale disposti a ragionare e nella massima trasparenza.
Rita Casagrande (Quartieri del Levante)
Franco Arbasetti (V.A.S. Onlus)
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